domenica 30 settembre 2012

Amore eterno



I tuoi occhi neri,
 saranno belli come ieri.


...ma anche no...

Omaggio doveroso al Dr Giuseppe Spinoglio




Con questo robot mi operò nel 2006 di ernia paraesofagea, avevo lo stomaco rovesciato,asportando anche la cistifellea.Un lungo intervento.Ricollocò lo stomaco nella sua sede naturale e mi fece una plastica toupet usandone un lembo. In tutto: sei segni di bisturi, un decorso piuttosto breve 
Due anni dopo indossavo il bikini.

Grazie, Pinuccio!

Appello

             


 E di questi, a guardarli in faccia, neanche la metà lavora.



Io sì,ma non ce l'ho.

Anche i ricchi piangono

Fang Liju, pittore cinese a Torino.

E' in mostra alla GAM, in Via Magenta.

Un universo fatto di volti di bimbi, di uomini e donne, farfalle e insetti nocivi, cicogne, ratti e cadaveri.
Opere enormi, di una vastità dirompente,a dispetto di una cultura che annulla le individualità.

Personalmente, mi colpisce e mi dà fastidio. Provo per le sue opere la stessa antipatia che sento per  l'umanità. Venale e scarsa di sentimenti, vorace e volgare.
Il cinico realismo di Fang Liju la descrive bene.

Il titolo della mostra è "Il precipizio sopra le nuvole".
Riscattano il tutto le farfalle. 
Tante farfalle coloratissime.
E morti, tanti morti.
Bambini, tanti bambini a sostituirli e l'orrore continua.

Quest'opera è la mia preferita. Il volto deformato, la bava dalla bocca, il moccio al naso.Tutto si compra ma non la felicità né l'immortalità.Il guaio è che ci s'incanta a contare gemme, orologi e i rossetti che spuntano qui e là come i salami di Jacovitti :-), ma il protagonista è il disperato e disperante essere umano che non trova tregua né equilibrio.
E intanto muore, alla fine.


venerdì 28 settembre 2012

Bistolfi

Vado a Casale Monferrato per il bookcrossing, porto "Robe da bar" e lo regalerò, mi piace che lo trovi  chi poi lo consideri suo, un regalo a nessuno, un messaggio in bottiglia, a chi vuol recepire, a ipotetiche anime affini. Dare a  qualcuno in particolare è spesso peggio che buttare al vento.Il vento ha una sua nobiltà."Robe da bar" andrà proprio al vento, mi son detta ( tentando di raggiungere chi... al vento avrebbe detto..sì!Il mio amato Lucio).







Giro la cittadina, bellissima, in una giornata di sole. Felice di godermi le  ultime schegge d'estate...e mi giro un po' Casale per diporto, ricordando quante volte ci sia stata, in passato e ognuna stancamente, per vetrine, bar, ristoranti,tutta in tiro...:-)
       Ricordo anche un locale da ballo e morosi che mi rendevano la vita soltanto un'infame banalità, fatta di vuote frivolezze.Amo la frivolezza, colora la vita, ma se ne muore se avviluppata su se stessa. Ora prevale spesso. La gente è buona frequentatrice di palestre e scuole di danza et similia e ben poco di mostre e biblioteche. Ora osservo, ogni angolo mi parla di una severità a modo suo solenne e molto piemontese.




















Il Duomo, la Sinagoga, le piazze, i monumenti ( un Urbano Rattazzi assai più bello e "vitale" di quello alessandrino, rigido e e grezzo,ma ci credo: il casalese è un Bistolfi).



Mentre mangio una fetta di torta all'amaretto sotto i portici al Bar Savoia (un'eleganza retrò che apprezzo da sempre),con il mio "acquisto" al bookcrossing, un Ronchey d'annata, programmo la visita: pinacoteca e gipsoteca del Bistolfi.









Ho preso a iniziarmi al Bistolfi dopo aver visto la gotica

Cappella Bricherasio


« Qui sotto il simulacro in cui l'infinita pietà / della madre dolorosa / volle evocata l'effigie del suo eletto / e il perpetuo lutto onde si cinse il cuore straziato dei suoi / posa la salma del conte / Emanuele Cacherano di Bricherasio / morto a 35 anni il 3 ottobre 1904 / che sotto la divisa del soldato alla coscienza del dovere / educata e temprata la prima giovinezza /a all'alta nobiltà del casato / attinse quindi le volontà costanti e le fervide energie / sdegnoso delle lusinghe di comodi fasti / per dirigere la vita operosa troppo breve / e per la vastità del sogno / ma feconda di iniziative coraggiose e di generose speranze / alle conquiste della rigeneratrice nobiltà del lavoro / imponendo alle genti della sua casta il rispetto / e l'ammirazione e agli umili l'amore / umile egli stesso nella grandezza dell'oprare / grande nell'umiltà del volere. »
Da Wikipedia



      Arte funeraria  a passione piena,di quella che innamora della vita perduta e amoreggia con il dolore.Amo anche Monteverde, allievo del padre del Bistolfi.

 Dunque, si risale a Bistolfi. Sono orgogliosa che Bistolfi e Monteverde  mi siano corregionali se non concittadini stretti.

Mi spiace non ci sia nella mia spenta città una piazza o una via importante a lui dedicata.

Mi ha colpito il monumento a Garibaldi nella passeggiata a mare di Savona,un'altra giornata poco felice, ma scaldata da un sole tardivo e illuminata dai ricordi di Savona nelle parole del passato di mia madre.
Garibaldi è fiero e calmo, il cavallo esce da un blocco che lo trattiene prigioniero con furia vincente. Vince la materia, la domina, come il condottiero, del resto, fa di una penisola l'Italia.



A Verona vidi invece il bel monumento a Cesare Lombroso. Espressione di vivacità intellettuale, quasi segno di fervida irrequietezza ( e scopro di un carteggio, tra i due, che li avvicinava).


Arrivo in Santa Croce ( ma ho già fatto scorta di profumatissimi krumiri, i biscotti casalesi Rossi) e mi accoglie il chiostro con gli affreschi del Moncalvo e,splendida e più o meno a grandezza naturale, mi aspetta la Morte. Talmente bella e sensuale ma altera e fiera, nell'avanzare... che vorrei fissarla nella mente e darle quest'immagine, il giorno in cui saremo a tu per tu, spero lontano.Un'immagine estetica che riesca a vincere qualsiasi idea macabra della Fine ( ricordo il Preside dell'Istituto Magistrale che frequentai, il prof. Garuzzo,che la vedeva come liberazione).





Salgo, visito la quadreria, egregia. 
Una raccolta superba, in una cornice ricca.
Vi sono anche reperti di epoche diverse.
Ci si stupisce come una città di piccole dimensioni abbia un contesto di così grande stile.
Scopro che c'è un secondo chiostro, più piccolo.In esso i resti di una chiesa distrutta, salvati ad opera di un privato. Viviamo ( sempre abbiamo vissuto?) in tempi di buona volontà di singoli.
Suprema emozione però al cospetto del Bistolfi. Me lo immaginavo.
Non c'è un pezzo che non sia maestoso.
Mi si para innanzi una produzione notevole sospesa tra vita e morte e innamorata carnalmente dell'esistenza.Un esempio per tutti: gli amanti ,che scopro appartenenti a un collezionista giapponese.
Ci sono collezionisti...bistolfiani anche in America Latina. Emigrati che, conquistato il benessere, vennero a prendersi il buono della loro terra.Molto spesso da identificare con cibo e arte.


Bistolfi è movimento. Nessuna sua scultura è statica.Dentro c'è il vento.La forza di emergere, la libertà dalla stasi.
Laica. Non è morte cristiana eppure non è triste. Di più. E' morbosamente celebrativa quanto più avvince.


Tant'è che Vittoria e Gloria son spose amabili del Bistolfi.


Testimone ne è il monumento ai Caduti che cerco ai giardini su indicazione della mia gentile guida.
La giornata si condisce di rammarico: quanto stupore perso, con quei cretini del tempo che fu, a rendere me  stessa, agghindandomi per loro,come una viva opera d'arte, inutilmente. A Casale Bistolfi c'è sempre stato, ma non per i miei occhi, presi e tesi verso il basso, di chi voleva consumare me,senza darmi un bel nulla, oltre a umanità fiacche, prive di spessore e lungimiranza.


Sono stata una gran bella ragazza, portata a spasso, in fondo, da mandriani di manze. Delusi,ma non devo loro assolutamente nulla, semmai deploro aver consumato un po' di me stessa con loro ( tempo e sentimenti, la fisicità invece fu per istinto ridotta al minimo, ché il sesso è cosa volgare se non sostenuto da forti sentimenti eppure moneta così comune, in questi anni tristi...).

Ora,Bistolfi, c'è.
Un vantaggio della libertà.
Libertà dagli stupidi.
In fondo sono una scultura di Bistolfi anch'io, uscita  a viva forza dalla pietra della vita.
E sosto ai giardini, avvinta da una bellezza che mi fa dimenticare i passanti.
Leonardi Bistolfi m'innamora, il Bistolfi degli angeli della morte sensuali e femminei, ma anche quello dei monumenti imperiosi.
Ode al Carducci a Bologna.
Al Segantini a Roma.
Delleani.
Fontanesi.
Vittorio Emanuele II.
Zanardelli.

Era figlio di una maestra, me ne compiaccio. Da noi, il seme del sapere, per chi sia fertile.
Definito "poeta della morte", decadentista, scapigliato.
Persino manierista, a vantaggio di una scultura successiva più rozza  e meno lieve.
Che dire? La scultura dopo il Bistolfi è  spesso pesante.Materica.Obesa della sua tridimensionalità.Caricaturale.

Non mi stupisce l'amicizia con Cesare Lombroso,il cui  ritratto è quasi scomodo e con lo sguardo cinico, a ben guardare.Due grandi osservatori dei tratti somatici. Dove non c'è gentilezza dei lineamenti, c'è il nulla o c'è il peggio.
Le figure di Bistolfi non sono eteree (tranne alcune) ma energiche.Romantiche. I ritratti invece sono veritieri.




Ringrazio che sia vissuto, per la mia consolazione.Le arti non sono necessarie, possiedono dunque la bellezza accessoria di ciò che non è indispensabile, ma fanno della materia o della parola creature belle quanto quelle divine.Dio regna negli artisti, non ha luogo umano in cui sopravvivere, se c'è.



grazie, Leonardo.

Molte di queste foto sono mie.
Prossima meta, Sanremo, sulle sue tracce.

Senza dimenticare, di ogni luogo,qualcosa dei suoi altri beni, oltre  al  bello: il buono.







Le belle famigliole

Non ho più l'età per cose serie, noiose, pallose. Per i progetti, per reggere il sedere a qualcuno. Per fortuna non ho né figli né nipoti.Ho finito la famiglia. Lascio che i morti seppelliscano i loro morti.
Preferisco vivere.


mercoledì 26 settembre 2012

Signorine, Marrazzi e Polverine.

Sarà dura. Globalmente e singolarmente dura, lo so.
Tutto concorre a dar fastidio. L'indipendenza non è vista di buon occhio. O fai parte della tribù o ti si dà contro, perché isolarti non ha funzionato. Non si può che pungolarti e tentare di farti rientrare nei ranghi, sapendo che proprio questo è ciò che  più ti dà insofferenza, più dell'eremo.La Signorina , che pensa ai fatti suoi,tuttavia se ne frega, finge di stare al gioco, in realtà non gliene importa nulla e fa melina, ma non s'adira neanche più.Guarda una tipa con le tette fuori, ma una qui e una là e pensa: sono rifatte, sembrano due boccini da biliardo e trama inoltre di tirar fuori una bella maglia della salute, lana & seta, che la stagione della pelle al vento è finita e si presenta come pelle d'oca, granulosa e stupita dai primi freddi. Le scollature possono palpitare soltanto sotto una sciarpa di lana, d'ora in poi. Così che la Signorina, per nulla bisognosa per certi rituali, di compagnia, gradita ma non necessaria o la vita sarebbe finita decenni e  decenni fa...piglia l'ombrello ( ma non piove) e nei suoi jeans e un impermeabilino...se ne va lesta verso il bar.
Il bar pasticceria che più le piace, quello che è il fiore all'occhiello della gratificazione, il bar pasticceria, che mostra una varietà di dolce e salato, che si può dir sontuosa. Dentro, tutto è caldo, color oro ed aragosta, uno stile molto classico, elegante ma semplice.Il luogo ideale per sedersi comoda, aprire il giornale, leggerlo per bene, sorseggiare un arneis come un gran lusso con un'alzatina di salatini sfiziosissimi e pensare che quella pace la ricarica, lenisce con finezza più di un male e predispone a una buona serata. Intorno, il silenzio, soltanto un po' di musica, raffinata, in sintonia con il locale, in sottofondo.La signorina pensa che, se se lo concedesse ogni giorno, sarebbe un'emozione sciupata. Bisogna farlo di tanto in tanto e cambiare ambiente, così che ognuno dia la sensazione di un vecchio amico discreto che t'abbraccia senza nulla chiedere.
Intanto tra sé e sé commenta il giornale, si dà botta e risposta, ripensa ai battibecchi intorno alle notizie,avuti intorno alla regione Lazio.Contro Polverini, una levata di scudi a ricordo della vittima Marrazzo, raggirato, a detta di lor signori, per un innocuo vizietto.
Ecco, la partigianeria di Partito, lo schiacciasassi indecente che passa sull'avversario e salva e innalza i "nostri", accantonando decoro e dignità. Mi rammento perché non ho più tessere. Detesto i militanti. Ho in odio la pletora corale di miracolati che lavorano per gli Enti Pubblici, nei Sindacati, nei Circoli e nei Quadrati attorno a quella o questa forza, che come le oche del Campidoglio starnazzano a favore dell'indifendibile di turno. Ieri, di Berlusconi, tirato come un Copridivano Bassetti, ritinto, rinfoltito e azzimato estimatore di puttane esteticamente perfette, secondo i volgarissimi luoghi comuni odierni.E giovani, pateticamente giovani a offrire le grazie a Nonno Pompetta, malato di paura di morire e di perdere tutto ciò che ha conquistato inclusa l'impunità.Una paura che azzera qualsiasi sentimento, perché si presume che un tempo,in cui era più presente  a se stesso, sia stato un uomo normale, con pulsioni e amori al posto giusto. Poi, si perde il decoro, si svacca, ma c'è tutto un contesto che lo tiene in piedi e accusa gli altri di essere dei moralisti.
Parimenti, qualcuno dice che Marrazzo è stato incastrato, in fondo aveva soltanto "un vizietto", dimenticando che si parlava anche di cocaina, che il trans con cui era è misteriosamente morto, che non si tratta d'innocenza, ma ancora una volta di perdita totale di dignità e senso del decoro.
Gli uni e gli altri in difesa dell'assurdo.
Una difesa "del privato" come se fosse specchiato, normale, ordinario e non è.
Il senso della  misura è oltrepassato a tal punto che ci si chiede se oramai etica e soldi non siano una cosa sola e l'unica che conti, dimenticando che un uomo è la somma di tutti i suoi gesti pubblici privati e la misura e la nobiltà d'animo non battono né vanno a battone, maschi o femmine che siano.
Tutti i peccati sono veniali, tranne se si parla di soldi.
L'unico peccato  rimasto si chiama spreco di soldi pubblici.
Il resto non solo si perdona, si rivendica come innocente.
L'unica forza trasversale che unisce i chierichetti di queste squallide chiese.
Il leader può anche cagare in mezzo al salotto di casa loro, basta che non tocchi i portafogli.Ma se lo facesse e allungasse il deca, santo, santo il signore, dio degli intrallazzi.Basta che sia "dei nostri".
La solita infamia.



Tutti i pezzi al loro posto | Studio Delmiglio

Tutti i pezzi al loro posto | Studio Delmiglio

Ci sono anch'io!

lunedì 24 settembre 2012

Tutti quanti abbiamo un angelo

...Anche quelli che non credono più a  niente, anche quelli che non amano la gente...
Non sono credente, sono agnostica,non v'inviterò a selezionare un cherubino sul display del Paradiso.
Non voglio far della retorica e invitarvi a  pensare a chi vi ha amato o avete amato e se ne è andato in cielo. Se amore c'è stato lo pensate, senza che ve lo dica.
Il mio angelo è un'altra cosa.
Allora sedetevi quieti e pensate al vostro, personalissimo, angelo.
Il mio è biondissimo, delicato, carino. Ha gli occhi azzurri.Non è molto vivace, è buono ma ha un caratterino mica male. Fatto di risate e musi lunghi e una fantasia sublime. Il mio angelo taglia, incolla, disegna, crea a getto continuo.Sale e scende da un amatissimo cavallo a dondolo, che tutti chiamano Fulmine, ma lei ha ribattezzato Zingaro.Il mio angelo canta "La casetta in Canadà" ( sì, proprio con l'accento) e ama il suo papà, le sembra bello e impossibile.Parla presto e bene,legge molto, sogna tanto. Inventa giocattoli e giochi, anche da tavolo. 
E' sempre a puntino, non ha un capello fuori posto, ha alcune bambole ma è affezionata soprattutto a una con la testa tutta rotta, di celluloide e un vestito rosso. Si chiama Rossina ed è forse la bambola più brutta che ci sia.
Il mio angelo spulcia i gatti, li adora e cammina seguendo un cane e , se ne incontra, dice "ciao".
Ha una mamma con le onde e le scarpe col fiocchetto.

Il mio angelo ha il cielo negli occhi.

Il tempo è passato ma è sempre lì con i suoi strani giochi ( fa il prete e dice messa, improvvisando un altare di scatole da scarpe, santini e candeline da compleanno; suona un piccolo pianoforte rosa ma canta gospel, fingendo d'essere una cantante nera; cucina torte di fango e piume di gallina e taglia  a metà i lombrichi) in fondo alla memoria.

Da quell'angolo, il mio angelo, il vostro angelo, osserva la mia vita, la vostra vita e piange.Piange per le promesse non mantenute, per i sogni che gli avete infranto, per le delusioni che gli avete inferto, per tutte le volte che lo avete tradito, lasciato solo,abbandonato.

Voleva soltanto essere felice.

Prendetelo per mano, non ha altri che voi.

Dategli le cose che voleva allora, gli piaceranno sempre.Il cibo e il vestitino preferito, il lettino caldo, un gioco all'aria aperta, i suoi giocattoli, il suo pet.

Fategli scordare la vita che c'è stata dopo.
Tornate a prenderlo in quella casa.
Consolatelo.
Vi chiederà molto poco, lo sapete bene.
Il mio vorrebbe giocare a Monopoli.




Ron - Tutti Quanti Abbiamo Un Angelo (1994)

Ornella Vanoni - Le mantellate

Eduardo De Filippo legge: I vuless truva pace

sabato 22 settembre 2012

Donna libera

Una donna libera è il contrario di una donna leggera.

Simone De Beauvoir


....che trovavo bellissima ma male accoppiata a un brutto porco con gli occhiali.Pure basso, ma forse erano soltanto due viziosi intellettuali, esteticamente male assortiti. Io Sartre, in casa, l'avrei tenuto da fermaporta.


La giraffa di Imola

Fa notizia e il necrofilo ( in senso letterario e sociale) Gramellini ne approfitta : una giraffa s'è stancata di stare tra bestie che non erano come lei, di essere detenuta in un ambiente che non le corrispondeva, di rapportarsi a gente che non le piaceva, prigioniera di un ambiente estraneo. Se n'è andata verso la libertà, s'è allontanata a zoccolate ribelli, cercando pace o avventura, altro da ciò che le toccava subire quotidianamente, anche se forse non era così male, pan e vin non le mancava, l'insalata era nell'orto e una casa aveva lei.
Eppure ha fatto la fine di Maramao.
Sedata a narcotici, alla fine muore.
Mettere il dito qui se vi sentite giraffe.
Cioè se:

  • frequentate chi non frequentereste, dovete guadagnarvi una pagnotta o state in famiglia e infine se avete sposato un tizio e il suo pacchetto di parenti di merda
  • vivete per buona parte in un ambiente che non vi assomiglia, subite pensieri e parole di chi non ascoltereste e che vi deprime
  • vi siete adeguati, vi hanno dato il solito narcotico, la necessità
  • siete fuggiti ma avete trovato traffico e la meta non s 'individuava
  • non trovate un'altra giraffa con cui condividere giraffate, sono tutte bestie che non vi assomigliano per nulla   e continuate a vagare scorticandovi gli zoccoli sull'asfalto e i sampietrini e gli altri vi vomitano addosso le loro nefandezze sedative del vostro entusiasmo o della residua voglia di vivere un'affettività accettabile
  • pane e vin vi fa piacere, ma vorreste la savana e allora, nel tempo libero, andate a correre, andate in giro o v'infilate con la testa in un computer nella speranza che possa esistere un mondo migliore, ma è una canzone di Ramazzotti.E' soltanto una fottutissima canzone di Ramazzotti.
Allora che si può fare? Si spera che la giraffa almeno abbia coltivato, prima della corsa e durante, la speranza.
Si loda il suo coraggio.
Si loda due volte, perché non è neppure un animale veloce, feroce, imponente a cui la fuga s'addice. Non è un leone,una tigre, un giaguaro.
Non è neppure una gazzella, un'antilope, una roba veloce che schizza elegante.
No. E' goffa,
Ha il collo lungo, le gambe troppo lunghe, due curiose protuberanze in testa, si veste in modo appariscente, va in giro in maculato.
Ma ci ha provato, ha provato a dire:

VIVO IN UN MONDO DI MERDA.
NON M'INTERESSA IL VOSTRO CIBO NE' LA VOSTRA COMPAGNIA. CERCO QUALCOSA E QUALCUNO CHE MI PIACCIA E CHE SIA COME ME.

La corsa è stata vana, alla fine tutti avremo due metri di terreno (cit. Guccini)..

Ciò dicendo mi metto in fuga, come le galline, come la giraffa, che intanto qui nessuno è come me (cit. Fossati).Fuori, un sacco di sedativi che ci si cerca. Amicizia di persone spesso inutili, un caffè, un po' di shopping consolatorio, un bel paesaggio da ammirare, il sole, i fiori,l'arte, un libro,un po' di cibo in una cornice gradevole, un animale.Si può anche non morire, per un po'. Stare a regime, rifugiarsi nel box.Evitare le buche più dure (cit. Battisti).Fuori,anche sedativi violenti: opinioni non richieste, calunnie, diffamazione, disattenzione, fraintendimenti.Lì il cuore può vacillare e il guaio è che lo fa per difesa, ma la vita non è il nemico, la vita è un mezzo. Il nemico sono gli altri. O meglio: le non giraffe che t'appestano il cortile o ti guastano la fuga.


Quanto cito...

Addio, giraffa, sei la persona più bella che io abbia "incontrato" quest'anno.

giovedì 20 settembre 2012

Feisbùc

Se legio un argomento su fesbuc, che sia un argomento di temi importanti come il calcio e la 

mona, opure di temi secondari come il bosone di Ighins, tuti comentano e digono la sua. 

Anca se uno no à gnanca una vaga idea di cosa che è il tema e è ignorante come una 

marmita, basta che gabia sentito un acènno da Mentana e già diventa specialista in materia. 

Subito si scatena il furore di tuti queli che digono "Lo so io come che va la vita"

Il problema è che non ci basta di contradire ciò che uno gà scrito in precedensa, ci devono 


anca ofendere i di lui genitori a disendo che la mama bateva in una zona economica e il 

padre stuprava le anatre al lagheto dei giardini Margherita.

Su fesbuc tuti gano ragione, e sono talmente convinti che gano ragione da mandare a 


cagare cualuncue contrario anca se il suo tema gà più ragione.

E' cuindi frequente seguire cuesto tipo di scambi:




- Par me, Verdone è più melio di Odifredi.



- Ma che casso dici, vuoi metere come che sa argomentare Odifredi?


- Si, cojone andato a male, ma vuoi metere cuanto che fa ridere Verdone?


- Scolta, centrifuga di imbecile, Odifredi no gà peli sula lingua!


- Varda rassa de mona, che no se scrive imbecile, ma imbeccile, vai a scuola sempio!


- Vai a scuola tu, che adeso sai tuto tu, toco de merda! Io imbecile lo scrivo come casso che 


me pare, ansi, tu sei sia imbecile che imbeccile!



- E te sei culatone!


- Si e m'inculo tuo nono!


- Marmeloto!


- Monassa!


- Insipià!


- Cretin!


- Cojon!



Il scritore si ferma cua, ma cuei due sono ancora là che vano avanti fino a domani matina.





Natalino Balasso.






50 sfumature di fuffa

Diciamocelo, nessuno ha inventato niente.
Le fanciulle hanno sempre letto storie sadomaso in cui un uomo-padrone alla fin fine s'innamora della sottomessa di turno, dai tempi di Delly o di Carolina Invernizio.
Lei è di solito piuttosto carina e sprovveduta, lui ricco o potente o entrambe le cose e disattento o brutale. In taluni casi brutale e disattento.Lei, la pezza da piedi, prova per quest'uomo, che a volte è pure maturo,nel senso di grigio-topo, un'attrazione pari alla prepotenza di lui.Un tempo tuttavia il sesso andava letto tra le righe, era appena accennato, era il "si fa,  ma non si dice".
Ora è esibito, magnificato, reso spettacolare nella variante estrema, perché il resto oramai, grazie  a una libertà integrale ( mamma e papà mettono  a disposizione la seconda casa ), sic et simpliciter non attizza più. E' una merce in saldo.
Lei è una scema di guerra ( quella tra il tacco 12 e la zeppa), lui è tormentato, lo schiavista schiavizzato, il violentatore violentato, perché un minimo di etica ci vuole o la storia non ha ragione d'essere, in un mondo sostanzialmente politicamente corretto.
Nulla di nuovo sul fronte della narrativa per sole donne e per uomini che sperano di conoscere l'intimo femminile. Uomini di Karinzia, che si documentano sulla stupidità profonda,perché se c'è qualcosa di estremo, nelle storie rosa extreme...è che descrivono che cosa sogna una donna: che il coglione che vuole trombarla, un po' rozzo e imbecille, villanzone nei modi e dal braccino corto, si riveli prima o poi un Principe delle tenebre e però le intesti la casa. La fidanzata dell'impiegato del catasto spera che il bondage la elevi a eroina romanzesca e si compra le manette con il ciuffo di pelouche. Rosa però.
In fondo siamo tutti romantici e speriamo che gli attori di un film porno alla fine si sposino o che facciano un bel bebè che assomigli  a un condom...inio.
Per questo ho messo le mani avanti e scriverò "50 sfumature di verde", perché me lo voglio accaparrare. Verde pisello, verde cetriolo, verde zucchina, verde Borghezio, verde Hulk.
VERDE, insomma, che  A ME MI PIACE, il verde.



mercoledì 19 settembre 2012

Le età della vita


Sullo sminuire

‎"Valore dello sminuire. Non pochi uomini, forse la maggioranza di essi, hanno sempre bisogno, 

per poter conservare il rispetto di sé e una certa abilità nell'agire, di abbassare e sminuire nella 

loro immaginazione tutti gli uomini loro noti". 



Friedrich Nietzsche, "Umano troppo umano" 

(aforisma 63).



domenica 16 settembre 2012

La coppia


Mezz'età.

La campagna, vista dai finestrini del treno, per cui da una prospettiva eccellente, dall'alto rispetto alla strada, ha in questo periodo i colori bellissimi dell'estate matura, non ancora autunnale ,ma che ha dato tutta se stessa.Come dovrebbe essere per le persone di mezza età.Autorevoli, di piena bellezza.
Qualcosa tuttavia ha scardinato i criteri della  bellezza fisica, ha imposto un'eterna giovinezza, ha svilito la natura, ha idolatrato la falsità e spostato l'apprezzamento estetico sul canale fasullo della bellezza artificiale.
Muscoli gonfi in modo innaturale, prodotti della palestra.
Pancia piatta, quando il ventre è per sua natura una curva rotonda, purché non sia un'epa.
Lineamenti stereotipati su alcuni canoni che non sono neppure comuni in molte etnie europee: labbra turgide, piene, quando buona parte dei mitteleuropei e dei nordici le ha sottili. Nasi piatti, quando molti sono ben sporgenti e aquilini. Visi tondi, quando la prevalenza è ovale e questo stesso ovale con l'età e la gravità smagrisce. Eppure c'è chi si fa riempire le labbra, anche se tonde non le ha mai avute. Sembra un pesce.
C'è chi, pur essendo magrissima, sposta parte del grasso del deretano sul viso, a rendere paffute le guance.
Chi non ha grasso a sufficienza nel deretano, allora se lo fa siliconare come per sigillare le perdite.
C'è un giro di soldi infinito. E uno.
C'è una contorta idea della vita e della morte.E due.
C'è la mercificazione senza se e senza ma del corpo femminile e in tempi in cui le donne non sono più come un tempo. Si curano. Non ingrassano, tingono i capelli, vanno dal dentista, vestono alla moda, non hanno più un corpo sformato da troppe gravidanze. Sono mediamente più gradevoli e in salute delle loro madri, ma la mania consumista le mette al muro, ricorda loro che qualsiasi sfarzo è vano, la società maschile TI VUOLE INFERIORE.E tre.
E più è debole, insicura,incapace, più ti vorrà nello stesso modo:persino quando una donna forte e sicura di sé, pur nelle terribili difficoltà quotidiane, sarebbe un vantaggio anche per i compagni.
E vaneggiano, gli uomini vaneggiano. Sono stati governati da un ricco maniaco con tendenze pedofile per vent'anni. Molti giustificandone l'ardore, pur dopo presumibile collocazione di protesi, dopo intervento prostatico, come se fosse una prodezza apprezzabile.Elevando la escort a professionista di cui apprezzare le doti.
Altri le sposano, leggasi  Michele Placido.Lui 66, lei 29.
Per carità, il carisma non muore, per taluni dimostrare la fertilità è sentirsi vivi e il guaio è proprio questo: l'ipercattolica, rurale, esaltazione della fertilità come valore, come se il mondo non fosse sovrappopolato.Certi accoppiamenti sono brutti a vedersi, tristi a pensarsi, innaturali.
La gioventù sta bene con la gioventù.E' bene che le persone invecchino insieme, condividendo ricordi e mentalità.
Una donna attratta da un vecchio, spesso ha perso il padre o ne ha avuto uno sfuggente, ma mi spiace, chi te lo ficca non sarà mai paterno.
Un uomo vecchio attratto da una ragazza ha una paura di morire che rimbalza come una palla da biliardo per di più di gomma. Ruba la vita agli altri, per essere più precisi, alle altre.
Una donna matura attratta dai ragazzi ha perso il controllo della sua vita. Cerca una rivalsa in ritardo. Non ha più un briciolo di senso materno.
Una ragazzo che si rifugia in una donna matura, non crescerà mai.Rifiuta le responsabilità o vuole imparare ciò che pensa poi di insegnare, ma nulla si trasferisce, men che mai la personalità. Un'altra donna non sarà *quella* donna.

Tranne nel caso di profonde affinità elettive, in cui la sessualità è esclusa, non c'è storia pulita tra gente di età troppo lontana.Non c'è. E' una rapina a mano armata.

Infine, e quattro: non c'è  raffinato gusto estetico.
Che è la cosa più grave.Indica grettezza.
La grettezza è imperdonabile.











Guida alle buone letture

Come essere un buon lettore: leggere la terza pagina dei quotidiani, i consigli delle riviste nelle pagine culturali, ricordarsi che i critici sono (quasi) tutti prezzolati uccellini dell'imperatore della fiaba classica, usare il tutto come fondo della lettiera del gatto e scegliere di testa propria.



Questa è la fontana dei libri in Sant'Eustachio.
L'ho fotografata io. L'acqua è potabile. Sulle fontane di Roma andrebbe aprire un capitolo a parte, sono una consolazione.La quintessenza dell'ospitalità.Il cervo è il simbolo del rione.C'è, nei pressi, il posto dove si beve forse il miglior caffè di Roma e non solo. Mai bevuto nulla di più buono, in materia.Eccellente.

Arti marziali femminili


sabato 15 settembre 2012

La Morte e il Bistolfi




E' tardi, domani parlerò, qui  sul blog,del mio amore per Leonardo Bistolfi.Ci sono creatori e creature che allontanano da noi la voglia di chiudere gli occhi per sempre. In Bistolfi la vita è talmente trionfale, che persino la morte è bellissima.