sabato 19 maggio 2012

po po potere

Il fascino del potere non mi ha mai afferrata né soggiogata. Ho sempre sentito più vivo quello della libertà, anche se da tempo ho capito che il potere non avrebbe fascino se non potesse togliere la libertà, specie a quelli che l'amano tout court e non l'ammantano di ideali e la trovano dentro pane, salame, un bicchier di vino in un angolo di città pure un po' malmesso e nessuno però che scassi i maroni e per nessunissimo motivo al mondo.Dal più nobile al più fatuo, tutti esclusi, tranne il moto dell'animo, al momento.Schiavi del potere, i narcisi assoluti. Servi di tutti, alla fin fine.

lunedì 14 maggio 2012

Spocchia

                         Il contesto intellettuale di derivazione (alto)borghese si fa forte di una spocchia acquisita e teme chi, non facendo parte di quel mondo ma essendoci pervenuto dal basso verso l'alto, lo fa invece vergognare di essere formato da individui, in certe famiglie di capaci, gli unici che non sapevano far nulla e perciò relegati alle lettere.



domenica 13 maggio 2012

Mamma

Madri e tempi




Questa poesia è di Edmondo De Amicis, la madre inferma dalla treccia bianca ha 60 anni, come Mara Venier, insomma. C'è stata una bella rivincita delle madri sull'età, anche nel nostro Paese di donne che sfornavano figli a raffica e a tavola s'accontentavano dei bocconi peggiori, nutrendo prima il capofamiglia e poi i figli.Ora la treccia bianca sta al parrucchiere tingerla, se è il caso.Sennò, bianca resta e al Raffaello si preferisce il fondotinta.


Non sempre il tempo la beltà cancella
o la sfioran le lacrime e gli affanni
mia madre ha sessant'anni e più la guardo
e più mi sembra bella.
Non ha un accento, un guardo, un riso
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Ah se fossi pittore, farei tutta la vita
il suo ritratto.
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
perch'io le baci la sua treccia bianca
e quando inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso.
Ah se fosse un mio prego in cielo accolto
non chiederei al gran pittore d'Urbino
il pennello divino per coronar di gloria
il suo bel volto.
Vorrei poter cangiar vita con vita,
darle tutto il vigor degli anni miei
Vorrei veder me vecchio e lei...
dal sacrificio mio ringiovanita!



sabato 12 maggio 2012

Il Creatore e Pinocchio

Pinocchio è un trattato morale, illustra i passaggi della vita, per trasformarsi da vivaci burattini a persone consapevoli e in grado di discernere, ma a proprie spese, chi ci vuol male e chi ci vuol bene, ma lo fa con senso dell'umorismo, che non è per nulla bonario. In Pinocchio s'incrocia la morte più volte. Mi fu regalato a sette/otto anni. Ricordo che cosa mi avvinse, invitandomi a proseguire la lettura: Geppetto sceglieva il nome per il figliolo che sarebbe stato il bastone della sua vecchiaia perché era "un nome fortunato", in quanto conosceva un'intera famiglia di Pinocchi e ognuno chiedeva la carità. Fu il primo sorriso che un libro mi strappò ( la narrativa per l'infanzia dei miei tempi era cupa e malinconica, melensa e strappalacrime, terrorista e punitiva, così come dalla metà degli Anni Sessanta iniziò a essere edulcorata e buonista, inverosimile...). Che significa? Nulla.La fortuna non esiste, per Collodi. Così come chi fa un figlio s'augura il meglio, in realtà non sa nulla di ciò che la vita sarà. Rischia.Di suo e in fondo è consapevole del rischio, allora tanto vale partire dal presupposto di essere un Pinocchio qualsiasi. Il mito del Creatore è fasullo.Pinocchio non invera sogni di gloria, non è costruito ad immagine e somiglianza. Il Demiurgo è un povero vecchio che si sente solo. Impareggiabile il litigio tra Geppetto e Mastro Ciliegia, s'insultano, si picchiano, fanno la pace, ripromettono l'amicizia l'uno all'altro...e ricominciano.Un'allegoria dei popoli, rissosi e incapaci di lealtà né di costanza negli intenti.

Ciò che i due riceveranno da questa nuova creatura son solo sberleffi. Si prenderà gioco della loro commovente povertà, dei loro sentimentalismi, del loro aspetto. Si sentirà forte delle sue gambe nuove, veloci e resistenti e scapperà via. La gioventù non vuole restare imbrigliata nelle maglie dei vecchi, ancora non sa che sono i "suoi" e il resto è un'incognita.


mercoledì 9 maggio 2012

Giro d'Italia

Giro d'Italia: a 12 anni vinsi il Concorso giornalistico della Gazzetta dello sport con un articolo sulla tappa alessandrina del Giro.Ricordo che vinsi una stellina d'oro e la misi al collo con un nastrino di raso nero. Non mi è mai interessato lo sport...ma ero brava a scrivere e avrei potuto farlo su qualsiasi argomento, come chi sa davvero ciò che si dice, del resto.

L'articolo era su Zancanaro, ciclista senza grande risonanza nel mondo sportivo...ma apparteneva a una grande squadra.



Libri sì e no

Dimmi dove tieni i libri, quanti ne hai e quali siano e ti dirò chi tu sia.

E' inevitabile osservare, frequentando gli altri, quale posto dedichino alle letture, materialmente, notando la collocazione dei libri all'interno della casa e quanto spazio occupino e di che qualità siano. In gioventù il lettore è onnivoro, spazia, assaggia, prova. Con il tempo, se il messaggio insito nella letteratura migliore è stato interiorizzato, si diventa maggiormente esigenti. Si tende ad andare a ritroso nel tempo, alla ricerca del linguaggio forbito di tempi lontani e di temi eterni, che non risentano della contingenza, non abbiano confini marcatamente ideologici.

Per questo motivo NON andrò al salone di Torino, quest'anno. 
Caos organizzato, personaggi di richiamo che producono roba scontata, popolare e popolana ma non in senso buono, abbassando il livello d'analisi dell'essenza umana, come invece facevano i classici, meno assillati dall'attualità e dalla necessità di far da cassa di risonanza ai partiti e alle mode della mischia e della fuffa.

Per il resto: paccottiglia. Roba che pare uscita dalle bancarelle sessantottine o del settantasette. Stracci di comunismo obsoleto e cieco nonostante il fallimento di qualsiasi rivoluzione. Brandelli di ribellismo che con la ribellione intima, personale e soggettiva, non hanno nulla a che fare.

Squallore contenutistico.

martedì 8 maggio 2012

Musica: solo Lucio, il resto è fuffa.

Itagliani

L'Italia chiede serietà a un comico, dice Massimo Brusasco. E' come chiedere castità alle puttane, aggiungo io..
Per il resto : la solita solfa, chi era a destra è andato a sinistra; chi era a sinistra è andato a destra...
Pura sopravvivenza.
Resiste Tosi ma perché è bravo e Verona è un gioiello.


Tagli alla cultura

Tagli alla cultura?La cultura in Italia è schierata, propagandista, banale e volgare da almeno 80 anni,
 tranne rare eccezioni.Tagliarla è come tagliarsi le unghie dei piedi

.


Popolo de panza

Questo è un popolo di pancia. Per decenni ha grattato all'uscio degli stessi politici che ora affossa chiedendo: posti di lavoro, sistemazione per i parenti dal nido alla casa di riposo, appalti e tolleranza di qualsiasi abuso ( dalla multa tolta presso il comando dei Vigili alla veranda costruita senza permesso a case intere su terreni non edificabili, inclusi centri commerciali). Quando la borsa si è stretta, per colpa della crisi dell'Occidente tutto e non dei singoli governi, perché ha fallito Berlusconi quanto Zapatero, non è questione né di destra né di sinistra, ha iniziato a protestare. Non per chiedere una politica giusta ai professionisti della stessa, magari riscoprendo la sobrietà dei nostri Anni Cinquanta/Sessanta...in Italia tutto si fa a urla e schiamazzi, a capestri agitati ( vedi Lega di 20 anni fa...). E' un popolo volgare. E con la volgarità non voglio aver nulla a che fare perché mi costringe ad esserlo, a mia volta.

Il voto di protesta dell'antipolitica ha raccolto intorno a sé dei disadattati.Se questo era il suo scopo, direi che è qualcosa di abominevole approfittare della gente fuori di testa...Bah! Un tempo perlomeno erano disseminati qui e là tra le pieghe dell'estremismo ma tenuti sotto controllo. Ora si rischia di ritrovarceli tutti insieme, in un'armata Brancaleone di decerebrati.

Il linguaggio di Grillo non mi piace, non amo chi cavalca la tigre dello scontento, sono convinta che la politica si faccia anche consapevoli dell'assetto globale del mondo e nella consapevolezza che non siamo che un anello di una catena economica globale. La politica non si gioca su delle fanfole e neanche aizzando la folla. Avevo suggerito di andare al mare piuttosto di buttare il voto in una protesta rischiosa, ma mettiamoli alla prova, per carità, in alcuni Comuni andranno al potere. In città ( la mia) ha votato il 58%, una media molto bassa.Significa che se quel 42% rinunciatario avesse un suo candidato, sarebbe un personaggio interessante.Chi viene eletto infine è al servizio della città, non dei singoli cittadini, di conseguenza prende decisioni anche impopolari, a volte.La politica infine è un mestiere.I politici rappresentano CHI li vota, non tutti, di conseguenza i politici attuali rappresentano esattamente il popolo italiano nei minimi particolari.In bene e in male.E' il suo fedele ritratto. Quello di Dorian Gray.



Moi



Ho sempre avuto un problema, a parte l'aspetto, che non è per nulla mediterraneo e mi ha sempre resa "diversa",sono nata in una famiglia di origini modeste dal punto di vista economico ma mio padre era un uomo coltissimo, pur essendo autodidatta e un po' artista, socialmente piuttosto defilato.Esigente nelle amicizie. Mia madre era sarta, da uomo,apprezzava il lusso, anche se non se lo concedeva. Ero una bambina colta, ben vestita, figlia unica...compita e silenziosa.Antipatica. La sono ancora: non mi piace la gente, il ceto al quale appartengo.Non mi ci trovo. E' volgare, pecorone, innamorato di piaceri che mi ripugnano.Ambizioso verso cose che non mi riguardano e ignorante in modo mostruoso. Quando si eleva, assume atteggiamenti radical chic, da umanista populista, che detesto.

venerdì 4 maggio 2012

Vota Antonio La Trippa.


- Lo sai che la maestra si candida?
- Sì, sì. Me l'ha detto mio papà che c'era il suo nome sul giornale e ho anche trovato la sua fotografia in un negozio.
- Ma allora fa il Sindaco? 
- Anche mio nonno è candidato per fare il Sindaco...!
- Ma mica possono essercene due!
- Mio papà dice che invece ce ne sono un sacco  e che tutti vogliono fare il Sindaco.
- Ma che cosa fa il Sindaco?
- Comanda tutti ma non proprio tutti tutti, soltanto in Alessandria.
- Ma se la maestra poi comanda tutti in Alessandria, poi va in pensione?
- E chi lo sa!
- Io non sono mica tanto contento, allora.
- Intanto non la vota nessuno, votano tutti mio nonno. Hai visto i manifesti con la faccia di mio nonno, in giro?
- Forse sì, ma mica lo sapevo che era tuo nonno.
Pausa. Arriva uno a sincerarsi della situazione.
- Maestra, ma sei candidata Sindaco?
- No, Consigliere comunale.
- Ah. E che cosa fa un Consigliere comunale?
- Aiuta il Sindaco a prendere decisioni.
- Ah. Vuol dire che il Sindaco da solo non sa far niente?
- Non proprio...ma è bene ascolti il parere di chi è stato eletto dalla gente.
La nipote del Sindaco ( che non è candidato tale,è candidato consigliere, tra i 900epussa di questa landa), arriva e dice la sua:
- Mio nonno prende le decisioni con mia nonna, se viene eletto.Non ascolta mica nessun altro, eh!
- Intanto tuo nonno non farà il Sindaco.Mia mamma mi ha detto che il Comune non ha più soldi e allora il Sindaco non fa niente.
- E allora che cosa lo eleggono a fare?
- Boh! Sta lì con una fascia verde bianca e rossa e accoglie i turisti.
- E sposa le persone. Mia zia si è sposata in Comune.
- Ha sposato il Sindaco? Ma quante mogli ha, poi, questo Sindaco???
- Può essere anche una donna...
- Allora vorrà dire che avrà dei mariti.
Continuano a giocare e a fare merenda e poi uno fa:
- Io sono contento se tutti votano il nonno di M., così resti qui e non vai a consigliare niente al Sindaco.
- Ma se vado a fare il Consigliere resto qui, è un lavoro che si fa oltre al proprio.
- Ah, e chi te lo fa fare allora? 

O_O

M., prima di uscire mi fa:
- Non preoccuparti, intanto eleggono mio nonno e ti lasciano in pace, ma la tua foto io la tengo sul mio comodino, se me la dai.
- Non te la do...! - dico io -
- Intanto mio nonno ha tutte le foto di tutti  i candidati. Le raccoglie e ha anche detto: "hai visto questo che faccia? "
- Ok, tu fa' la brava e lunedì state buoni tutti quanti che io non ci sarò.
- Sei nei seggi? Anche mio cugino grande ma fa lo sTrutatore.
- Lo sCrutatore, vorrai dire.
- Quello che legge tutti  i voti?
Il più ingenuo fa:
- Ma devo votare anch'io?
- No, sei piccolo, è una roba da adulti.
- Menomale, io non sapevo come si faceva.E poi magari sbagliavo.
- Basta che ti porti la foto di mio nonno o della maestra e dici: "io voglio votare questo !", allora ti dicono che va bene e ti fanno fare la croce.
- Ih ih ih, grandi come sono non scrivono neanche nome e cognome.
- Non si deveee! Il voto è segreto.
 - Allora è segreto anche il Sindaco e nessuno saprà mai chi è.
Mi scappa di dire:
- Come no, l'uomo mascherato...!
Risposta:
- Va bene a Carnevale.
Vorrei dire che a l' è tutt in carvè ma mi trattengo e per fortuna è ora di uscire...


A quoi ça sert l'amour ? '

martedì 1 maggio 2012

Primo Maggio, su coraggio!

Quand'ero bambina, il primo maggio in casa era una delle rarissime pause sul lavoro. Mio padre lavorava anche 12 ore.Mia madre finito fuori,riprendeva in casa...Mio nonno materno indossava all'occhiello un garofano rosso.L'altro invece, più deluso, fumava e tossiva.Ma era festa, era davvero festa. Il lavoro non era vissuto come un obbligo ma come un modo d'affrancarsi dalla miseria.La vita stessa non era percepita come un diritto, era a metà tra la condanna e il merito.Stavo tra un'umanità che sembrava ancora fresca dalla cacciata dal Paradiso terrestre, come accade forse soltanto dopo una guerra. Come si vive quando ci sono speranze e umiltà.